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In questo libro, il lettore viene letteralmente preso per mano e accompagnato a osservare le meraviglie del Museo di Anatomia Patologica "Morgagni" che, oltre a raccogliere documenti e scritti di Giovanni Battista Morgagni, ospita oltre 1500 preparati, a secco, in alcol o formalina, tannizzati; questi reperti non soltanto documentano i morbi e le disfunzioni più terribili, ma aprono anche una finestra su quello che significava essere ammalati due o trecento anni fa. Posti innanzi all'incredibile architettura della "machina" anatomica, non possiamo fare a meno di restare ammirati come bambini di fronte a uno strano marchingegno. Il corpo patologico, che con finezza di dettaglio ci viene mostrato in queste pagine, è un corpo libero, dimentico di ogni limite, in cui il passaggio della malattia lascia la carne scolpita e segnata in maniera imprevedibile fino a divenire incontro di scienza e arte. Ecco perché il Museo Morgagni è un luogo ricco non soltanto di storia e di medicina, ma anche del tipo più fertile di incanto, che lascia interdetti e perturbati. Viaggiando sul doppio binario dell'approfondimento storico-scientifico e delle suggestioni artistiche e letterarie, i testi del curatore Ivan Cenzi si affiancano alle immagini di Carlo Vannini, in cui i preparati anatomici spiccano sul fondo nero rivelando una plastica e luminosa bellezza che nulla ha da invidiare alle opere dei più grandi maestri della scultura.